Continuiamo nel nostro percorso di riscoperta e censimento delle Fontane del Fascio, sempre alimentate dall’acquedotto del Troj delle Manere, arrivando a quest’altra fontana.
E per arrivare a questa siamo passati davanti ad un’altra, poco discosto, quasi ‘invisibile’, la Fontana dei ‘Renti’ totalmente avviluppata nei rovi che l’hanno sommersa e colonizzata e resa impenetrabile.
Di questa fontana ‘invisibile’, però, ritorneremo a parlare non appena si sarà concretizzata l’opera di recupero ‘filologico’ intorno alla quale contiamo di coinvolgere gli scolari e corpo insegnante del Capoluogo.
Sarà interessante, infatti, analizzare lo stato di fatto ante intervento, con l’analisi della tipologia delle infestanti e come vi si sono radicate, le modalità di estirpazione ottimale delle stesse, analizzare lo stato della staticità della struttura che ne riemergerà una volta liberata dagli inviluppi delle infestanti che la avvolgono e – post intervento – studiare le eventuali possibilità e modalità di recupero statico/funzionale.
La Fontana dei ‘Rissci’, invece, pur nel suo inutilizzo, piamente coperta nella sua vasca da lamiere che ne celano il contenuto ed in parte lo stato, rimane ancora lì e ci trasmette anch’essa la consapevolezza che – alla bisogna e nell’ambito di una precisa volontà in tale senso – ancora potrebbe tornare a svolgere le funzioni per cui era stata costruita.
Certo che le due abitazioni (dei ‘Rissci’ e dei ‘Ongia’) e relativi nuclei famigliari per cui era stata concepita ora hanno mutato consistenza, fortunatamente ancora abitata da una coppia l’una, ma purtroppo da poco abbandonata l’altra.
La fontana, nella modularità funzionale con cui tutte erano state costruite, è ancora in buono stato, ed inserita in un prato ora condotto a pascolo, forse a 150 metri dal centro di Facen, e gode di un notevole colpo d’occhio sulla parte Ovest del paese, il Canalet ed il massiccio del Grappa.
Anche qui non smettiamo di ricordare che questi manufatti, quasi sempre in condizioni statiche non eccessivamente disastrate, con interventi di buon senso e senza gravi costi né particolare complessità d’intervento, oltre alla inevitabile messa a disposizione di un po’ del proprio tempo, possono ritornare a nuova vita.
Ne abbiamo conferma, in tale senso, ricordando ciò che è successo per la fontana de ‘Bastian Manoli’, che – grazie all’intervento di restauro di un volontario – ha trovato immediatamente nuova vita e le condizioni per continuare ancora a lungo a testimoniare di tempi, necessità e soluzioni di neppur tanto tempo fa.