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1779 Cappella di S.Lucia a Facen
Un’altra cosa io reputo degna di memoria seguita in quest’anno stesso 1779. Sull’altare della B.V. nella Chiesa di Facen (13) trovavasi in una custodia ben guardata una Reliquia di S.Lucia, venerata già da molt’anni, e sul muro della Chiesa stessa trovavasi un Quadro della Santa medesima. La devozione verso di essa tanto crebbe nelle persone specialmente in quella villa che in quest’anno si determinarono di fabbricar in di lei onore una Cappelletta, ed un Altare, che vedesi ben costruito in quella Chiesa dirimpetto alla Porta Laterale. Si terminò quest’opera verso il mese di dicembre, e la Dom.ca susseguente, li 13 del medesimo, processionalmente portatomi in quella chiesa celebrai solennemente il primo Sacrificio su quell’Altare. Fu pagata la spesa di quest’opera da Antonio q.m Gio.Batta Turrin di quella villa Procuratore col mezzo di una questua fatta in Facen, e in molte Case dell’altre ville, ma specialmente di Pedavena.
(13) La chiesa di Facen, com’è descritta dal vescovo Rovellio nella visita pastorale del 1587, e che era ancora tale ai tempi di questa cronaca, nei secoli seguenti subì numerosi interventi radicali che alterarono del tutto la struttura originale. Non tutte queste opere di rinnovo rimangono documentate, ma citiamo quella del 1866, del 1871, del 1912, del 1921, del 1941.(n.d.r.)
1780 Pisside d’argento a Facen
Molte cose prescrisse M.r Ill.mo R.mo Vescovo con i suoi visitoriali decreti a tenor de’ bisogni di questa Parrocchia. Tra le altre ordinò che nelle chiese di Facen, Travagola e Norcen fossero fatte le Pissidette d’Argento per portare la Comunione agl’infermi. Il Massaro di Facen (21) fu il primo ch’eseguì l’ordine, avendone fatta far una nel termine di mesi 4, del peso d’oncie 3 e ¾ che gli costò L. 80:impunto.
(21) Massaro: altro termine delle disposizioni che ordinavano la vita di un villaggio. La Regola che riguardava il governo degli affari della chiesa, nominava per ballottaggio il massaro a presiedere tale amministrazione. Nelle varie epoche e regioni, questo termine ebbe anche il significato di ‘mezzadro o fattore’ del complesso di beni chiamato massa o masseria. Aveva titolo di rispetto, ma più vicino a noi entrò fra gli appellativi di significato diverso e più umile, come quello di massaia. Altri antichi termini, che si potevano incontrare nell’uso della Regola, erano luminaria ad indicare i beni della chiesa, monego, il sacrestano, bancali, gli esattori delle rate per testatico.
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Tratto dal “ Libro cronistorico della parrocchia di Pedavena (1757-1924)”
a cura di Giuseppe Corso e Aldo Barbon
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