Storia Parrocchia di Facen – I primi interventi

“” ——————————————————

 Oramai don Giuseppe ha preso coscienza di ciò che è urgente e necessario fare subito. Il primo intervento concreto è la Chiesa.

“Il primo e urgente bisogno, che si manifestava nel paese, era la riparazione e possibilmente l’ampliamento della vecchia Chiesa che era ridotta quasi a ‘un rudere’. Si parlò in chiesa. Si formò una commissione, e nel maggio 1926 si iniziarono i lavori su disegno dell’arch. Rinaldo di Venezia e impresa edile “Achille Chirot” pure di Venezia. Nel dicembre dello stesso anno, tali lavori di ampliamento furono ultimati. Nel successivo anno 1927 si passò alla ripulitura generale e si provvide alla costruzione di n. 4 altari, oltre al maggiore, già esistente, da dedicarsi alla B.V. – a S. Lucia – a S. Antonio – e a S. Liberata. Questo lavoro venne eseguito in pietra artificiale, fac-simile degli altari di S.Felice in Venezia, affidando il lavoro alla ditta ‘Dalla  Corte’ di Feltre, che lo ha eseguito da vera maestra.

 Intanto nell’ottobre dello stesso anno, la ditta ‘Demetz’ di Ortisei di Val Gardena, consegnava le statue dei vari santi, come sopra accennato. Il lavoro riuscì di generale gradimento, per l’esecuzione artistica e la finezza delle decorazioni e dei marmi.

 Il 27 novembre di detto anno 1927, previo un triduo solenne di predicazione, tenuto da S. Ecc. Mons. Cattarossi, nostro Veneratissimo Vescovo e previa anche una S. Veglia notturna alle SS. Reliquie, S. Ecc., assistito dal Vicario Generale, dall’Arciprete di Pedavena e da tutti i parroci della Forania, procedeva alla solenne Consacrazione della Chiesa e con questa si pose termine alla prima fase dei lavori.

L’anno 1929 è stato impiegato nel lavoro di decorazione di tutta la Chiesa, parte a olio e parte a tempera. Esecutrice magistrale una ditta di Treviso. Prezzo complessivo £. 7.000. Insieme a questo lavoro, venne pure decorata la chiesa di S. Susanna “.

 Una volta restaurata e consacrata la chiesa don Giuseppe muove i primi passi verso la costituzione della Parrocchia.

Il primo traguardo è l’erezione a Vicaria.

“ Premesso che le relazioni tra il Parroco di Pedavena e il sottoscritto correvano sempre nel modo migliore, più però rinnovando le condizioni stabilite fin dal primo anno, e che cioè la presenza del sottoscritto non aveva altra ragione che quella di aiutare, in quanto lo poteva, il Parroco di Pedavena nella cura d’anime di Facen; per un complesso di circostanze, avvenne che quel rev.do  Parroco si trovò nell’impossibilità di mantenere il suo impegno, e d’altronde non poteva il sottoscritto per ragioni di salute, provvedere a tutte le esigenze, è venuta l’idea, se non fosse il caso di procedere all’indipendenza di Facen, nel senso che una volta indipendente, sarebbe stato più facile e più libero domandare aiuto presso altri confratelli.

 Il Vicario di Feltre e il Parroco di Pedavena accettarono di cuore, anzi con entusiasmo, tale proposta (5) però a meglio provvedere alla consistenza del Beneficio, Uno e l’Altro pensarono di unire anche Travagola a Facen, e così farne una sola parrocchia “. (6)

Ma evidentemente i tempi non erano maturi per questa unione. Qualcosa non aveva funzionato bene. E l’imponderabile, chiamiamolo così, impedì l’unione di questi due paesi, vicini e differenti, sotto certi punti di vista, tanto da portare, invece che alla fusione di due entità paesane in un’unica comunità, alla rottura e separazione definitiva sanzionata dagli abitanti stessi. Ecco come.

 “In una seduta tenuta in Canonica a Facen, il Vicario di Feltre e il Parroco di Pedavena, pregarono, con insistenza, il sottoscritto a voler far opera persuasiva presso la popolazione di Travagola perché si decidesse all’unione con Facen. Il sottoscritto era già riuscito nell’intento e i delegati della frazione di Travagola (Fabbricieri e due capi gruppo) nella stessa settimana avevano stabilito di sottoscrivere a nome della popolazione, la unione. Quando non si sa bene da chi (7) si promosse tra la popolazione, una pubblica sottoscrizione, in senso contrario, presentando poi alla Curia la decisione di non volersi più unire a Facen. In seguito a ciò il Vicario di Feltre consigliava quelli di Facen a darsi coraggio e fare da sé “. (8)

 E così Facen, ‘dopo il grande rifiuto’ marcia da sola verso l’indipendenza.

“ A tranquillizzare un poco gli animi, molto inaspriti dalla incoerenza suesposta, si pensò di dare una Missione che è stata tenuta da S. Ecc .Mons. Vescovo. A missione ultimata il Vescovo invitò i capifamiglia a volersi impegnare con un capitale di almeno £. 15.000 (parte del costituendo beneficio. n.d.r.), promettendo con ciò di dare l’indipendenza a Facen.

 La proposta venne accettata e l’impegnativa di corrispondere al Vicario o la somma di £. 300 per famiglia o l’interesse annuo su tale cifra, venne firmata dai singoli, su cambiale e su carta notarile.

 In seguito a ciò con decreto 2 aprile 1932, la Curazia di Facen, visto il nulla osta da parte dell’Arciprete di Pedavena, venne eretta in Vicaria e con susseguente decreto il rev.do don Giuseppe Peressini venne nominato Vicario di Facen. (9) Al detto Vicario S.Ecc. Mons. Vescovo con lettera 3 aprile 1932 accordava la facoltà di riunione confini.(10)

 Note : (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) – Archivio Parrocchiale

—————————————– “”

A.Chs