Facen: nuovo fervore dopo il Colera del 1855

Dato il momento storico che la collettività di Facen sta vivendo, ne approfittiamo per scorrere la nostra storia relativa ad avvenimenti analoghi.

Nell’ultimo articolo pubblicato relativo al Colera del 1855, l’allora Parroco (di Pedavena n.d.r.) terminava la sua cronaca dei fatti con le seguenti parole:

“”………  La moria non fu strepitosa restringendosi nell’ambito di 50, ma fu possente a ridestar nel popolo la efficace divozione specialmente verso Maria Santissima. Quindi copiosi furono i regali in oro, argento, vesti d’ogni sorta offerti per tutte le Chiese…….””

Vediamo, quindi, in questo articolo e – magari – in qualcuno prossimo come tale affermazione si sia concretizzata in quel di Facen:

1856 – Custodia di Facen e Spianata della Chiesa

“”….. Il giorno di S.Pietro vedea compiere l’Altare di Facen nel poggiarsi su di esso la nuova custodia intagliata dall’artista Tonegutti di Belluno e dipinta da Pilotto il vecchio da Feltre.

Il valsente impiegato somma V.L. 94,10. Né devo passare sotto silenzio la grandiosa opera eseguita da quei di Facen, che in armonia ed in coraggio nell’intraprendere formeranno  modello.

La loro Chiesa posta sopra un eminente altura avea una strada angusta, scoscesa e ripida. Che fa quel popolo? Nel dolce inverno di quest’anno con dure ed assidue fatiche spiana la montagna verso il settentrione e della materia abbattuta riempie il più basso della via per rendere più mite e dolce la sua riva, dilata il sentiero alla misura della facciata che si offre tutta in un punto all’occhio del riguardante, ed aprì quella piazza dinnanzi che tanto dona alla Chiesa e mitiga la fatica di chi la visita.

Sallustio vedendo tal opera si sentirebbe l’acquolina sotto la lingua per aver detto: concordia res parvae crescunt, discordia (maxuma res) dilabuntur (nell’armonia anche le piccole cose crescono, nel contrasto anche le più grandi svaniscono- n.d.r.)

Sì; fu questa una gran verità, ed il popolo di Facen la rende anco a giorni nostri nella sua prima parte comprovata. ……………………………..”

Tratto da “ Libro cronistorico della parrocchia di Pedavena (1757-1924)” a cura di Giuseppe Corso e Aldo Barbon
A.Chs
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