Storia Parrocchia di Facen – il Beneficio

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Il “Beneficio” era “conditio sine qua non” per ottenere la presenza stabile di un sacerdote in loco. Ma cos’è questo ‘beneficio’ ?

La risposta, più o meno, è la seguente: “ E’ l’insieme dei beni mobili ed immobili che contribuiscono al sostentamento del sacerdote in parrocchia e gli permettono lo svolgimento normale delle attività inerenti il suo ufficio ”.

A Facen c’era il “Beneficio” ?   Ecco ciò che dice don Giuseppe al riguardo.

“Attestano gli anziani, che nei tempi trascorsi, la Chiesa o Beneficio di Facen, erano dotati anche di terreni, e non si sa da chi e in quale maniera, detti fondi abbiano fatto il trapasso al beneficio di Pedavena. Il fatto risale ai tempi del Parroco Vecellio o del suo immediato antecessore.

 Attualmente il Beneficio di Facen gode:

 – Di un certificato di rendita per £. 39

–  Di un “Cirulto” da parte della Malga del Campet, in Kg. 12 della cera della miglior qualità.

Più volte anche durante la mia permanenza quale Curato alla dipendenza di Pedavena, si è tentato di ripartire questo “Cirulto”, con le chiese di Travagola e di Norcen, ma il sottoscritto, tempestivamente, e ogni anno ha reclamato questo diritto, come da capitolato d’asta, tanto presso il Municipio di Pedavena, come presso il conduttore della Malga.

La Chiesa di Facen ha pure una succursale nella Chiesa di S. Susanna, eretta sul Monte Avena, meta di tante peregrinazioni di fedeli del Feltrino e anche delle diocesi vicine che invocano la Santa come protettrice della pertosse.

I cespiti di quella chiesa servivano a dotare oltre che la stessa, anche quella di Facen, però dopo la costruzione della medesima chiesa, vanno devoluti a pagare un interesse di £. 150, per un capitale di £. 3.000, avuto a prestito, come inizio dei lavori della chiesa, e da corrispondersi al prestatore, vita natural durante sua e della moglie che ora conta anni 75.

La Chiesa di S.Susanna, è stata sempre provvista decorosamente dalla Famiglia Morelli di Feltre, donatrice anche delle proprie sostanze alla mensa vescovile di Feltre; ci fu pure un lascito da parte della Congregazione di Carità di Pedavena, quale concorso a metà, nei lavori di riparazione e manutenzione della stessa.

Nell’immediato dopoguerra (1915-1918), dato anche l’aiuto dai danni di questa si è provvisto al nuovo concerto delle campane, all’acquisto di qualche paramento, e, infine, all’erezione del Monumento ai Caduti, opera quest’ultima degna di encomio per i sentimenti che l’hanno ispirata e per i sacrifici sostenuti.

 E così arriviamo al 1925 “”

Ed è a questo punto che la storia di Facen s’interseca con quella di don Giuseppe. Come mai egli arrivò qui essendo di Pordenone? Lo racconta egli stesso. Sentiamo.

“Il sottoscritto, già Parroco a S.Giorgio di Pordenone, trovandosi a Venezia per ragioni di salute casualmente nella Chiesa dei Tolentini, venne incontrato dal rev.do Arciprete di Pedavena don Amedeo Marchet, il quale, prese a cuore le sue condizioni, gli offriva ospitalità in quel paese, in qualità di Curatore d’anime, senza, però, obblighi impegnativi, all’infuori della celebrazione della messa. In seguito migliorando le condizioni di salute, il sottoscritto venne pregato anche di altri doveri sacerdotali (Predicazione, Confessioni, Istruzione etc.), il tutto, però, sotto la diretta responsabilità, comando e direzione, dell’Arciprete di Pedavena, al quale il sottoscritto rimetteva anche, tutti gli incerti di matrimoni, morti, battesimi, ritenendo solo, le ragalie di legna e poco vino, a seconda del raccolto “

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A.Chs