E’ il nono ‘ Cristo ‘ del nostro percorso.
Lasciamo il precedente crocifisso sulla sinistra e scendiamo la scalinata che porta sul sagrato della chiesetta dei Santi Tiburzio e Susanna, della quale troviamo un’approfondita e dettagliata spiegazione su questo Sito.
Qui ci si può fermare a meditare, per una preghiera oppure solamente per riposare prima di iniziare la discesa verso Facen.
Abbandonata la chiesetta ci tuffiamo nel bosco sottostante dopo aver preso visione del pozzo sulla destra del sentiero e del capitello sulla sinistra del quale parleremo in altro contesto.
Il sentiero ora scende rapidamente all’interno del bosco, attraversando quelli che fino ad alcuni decenni fa erano appezzamenti di terreno coltivati a vite e mais e che facevano parte integrante dell’economia del paese.
Dopo alcune centinaia di metri intercettiamo una prima stradina rurale, nella quale ci immettiamo percorrendola per una trentina di metri, dopo i quali ci rituffiamo nel bosco a destra: ora è impossibile sbagliare sentiero in quanto unica via di discesa verso la nostra meta che raggiungiamo dopo cinque minuti di cammino.
Appena prima di sbucare su una seconda carrareccia, sulla destra troviamo il “Cristo della Salina”.
Purtroppo, l’abbandono dei terreni ora non più coltivati, ha permesso al bosco di crescere in modo esponenziale, privando l’escursionista di qualsiasi tipo di panorama sulla vallata sottostante.
All’occhio attento non deve però sfuggire in primis il sentiero che stiamo percorrendo: un tempo era la principale via di trasporto verso valle, sia per l’approvvigionamento di legna da ardere, che di foraggio per il bestiame nei mesi invernali.
Inoltre, estendendo lo sguardo attorno a noi, si possono ancora ben vedere i resti dei muretti a secco a sostegno di tutti i terrazzamenti creati per poter coltivare il terreno, ora ridiventato bosco.
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