Acquedotto del Troj delle Manere

L’acquedotto,  denominato del Troj delle Manere, fu realizzato per alimentare l’abitato di Facen, di Venezia Secca, di Fiere Alte e Basse, Altor nonchè del Canaletto e di Spiesa.

Corografia dell’acquedotto

Un’opera allora certamente fondamentale per il Territorio di Facen, avendone portato l’acqua potabile nei posti più estremi dello stesso, liberandolo dalla necessità e limitatezza dell’acqua piovana e dei pozzi di raccolta.

Un’opera che deve aver richiesto un considerevole impegno di manodopera per gli scavi, gli scassi, la realizzazione della vasca di captazione e del vascone di arrivo sopra l’abitato di Fiere Alte.

Oltre alla rinnovata e migliorata qualità della vita, anche le relazioni sociali devono aver avuto un balzo in avanti.

Certamente il fatto che su tutte le singole fontane, realizzate secondo moduli architettonici e funzionali standardizzati, fosse stato previsto un lavatoio, ha certamente generato – attorno alle stesse – un ulteriore punto di socialità, di ‘aggregazione’ come ora si definirebbe, magari in particolare al femminile.

Ma anche per gli uomini dev’essere stato un gran salto di qualità, loro consentendovi l’abbeverata diretta degli animali allevati in stalla.

Ma com’era articolata una tale opera?

Sarebbe molto interessante poter accedere ai progetti e rilievi dell’epoca, cosa che al momento non ci è riuscita, anche nonostante la disponibilità degli addetti del Comune di Pedavena a consentirci l’accesso per tale ricerca all’archivio comunale.

E’ quindi probabile, in tale situazione, che le informazioni qui riportate siano lacunose o non complete. Siamo anche certi che ulteriori informazioni possano essere presenti nel Territorio, e la speranza è proprio quella che – a seguito di quanto qui riportato – persone meglio informate possano integrare tali lacune.

Aiutandoci però con una mappa, vediamo che il punto di presa (di captazione) venne realizzato in località Canai, che nella sostanziale aridità d’acqua del nostro Territorio, risulta ancora adesso unica sorgente sempre operativa.

Da qui, con una calcolata pendenza, forse anche riutilizzando sedimi di sentieri preesistenti, venne interrato il tubo dell’acquedotto e realizzato quello che è diventato il ‘Troj de le Manere ‘

Non sappiamo se tale nomea preesistesse alla realizzazione dello scavo, o se il sentiero con la sua denominazione abbia successivamente sfruttato lo scasso effettuato come comoda via di attraversamento del versante sud della montagna.

Uno degli obiettivi di questo e dei prossimi articoli è di riportare in luce l’esistenza di quest’opera, del Troj delle Manere e delle fontane derivanti da tale acquedotto, recuperandone infine anche la transitabilità escursionistica.

Ciò sia per i locali più giovani, che mai ne hanno sentito parlare, che per coloro che ancora sanno che da qualche parte esiste pur senza averlo mai percorso, che per quelli che dall’esterno vogliano meglio conoscere anche tali caratteristiche di Facen e dei nuclei abitati da cui era circondato.

Interessante notare, poi, il vascone di arrivo dell’acquedotto, a Fiere Alte: la sua costruzione, nel rigore dell’architettura funzionale dell’epoca, denota cura ed eleganza.

Non manca sullo stesso la celebrazione ufficiale dell’Opera svolta, con una bella lapide, nobilitata dal Fascio Littorio, ottimamente leggibile.

Insomma, un’opera che al tempo, come molte altre in paese (scuole, fontana, lavatoio e per iniziativa collettiva, la latteria turnaria ‘el Casel’), deve aver fatto la differenza e portato allora la modernità ed un livello di vita assai migliore per la popolazione.

Certo la devastazione e l’abbandono colpiscono ora fortemente tali opere e – per alcune di queste – è addirittura problematica perfino la localizzazione, sepolte, ostruite quando non divelte dalla vegetazione stessa, quasi vendicativa nel riappropriarsi dei luoghi e terreni un tempo alla stessa sottratti dall’opera dell’uomo e dalle sue necessità.

 

A.Chs