S.Susanna: e luce sia !

E luce sia !

Con questa affermazione, di sentore biblico, intitoliamo questo articolo.

Stiamo parlando del nuovo Faro installato a S.Susanna, la cui accensione anticiperà e continuerà la festa della patrona di Facen il prossimo 11 agosto.

Della illuminazione della chiesetta da anni se ne parlava, e la Fabbriceria di Facen aveva rilevato – da parte della popolazione – specifiche richieste a pensare una soluzione in tal senso.

L’operazione, in sé, poteva sembrare anche assai facile da realizzare, ma già ad una prima valutazione – 2 anni fa – oltre agli aspetti tecnici della realizzazione che il posto imponeva, a frenare gli entusiasmi di qualcuno era apparsa subito l’evidenza che – comunque – la chiesetta di S.Susanna, pur con una specifica illuminazione, mai sarebbe stata giustamente apprezzata a Facen, nascosta come sarebbe stata dalla vegetazione che – a valle della medesima – ne avrebbe nascosto la visione.

Ma tant’è, la richiesta in tal senso – pur di fronte a simile evidenza – continuava a infervorare gli animi di alquanti.

Qualcuno, a tale giustificazione, affermava che – comunque – se non proprio a Facen, almeno la chiesetta avrebbe avuto la possibilità di essere meglio osservata – e segnalare la sua presenza – su tutta la Vallata Feltrina.

Così, i soliti volontari (sempre quelli), hanno incominciato a ragionarci su, cercando le soluzioni per un intervento che – in condizioni normali – sarebbe quasi banale ma che – lassù – senza strada di accesso, corrente ecc., diveniva qualcosa di assai più complesso.

Non essendoci energia elettrica in loco, si è reso ovviamente necessario pensare ad un sistema di alimentazione fotovoltaico.

E chiaramente, esclusa ogni possibilità di posizionare i pannelli fotovoltaici direttamente sulla copertura della chiesetta, si è altresì reso necessario studiare il posizionamento degli stessi in un luogo che fosse sia esposto al sole a Sud, che non fosse impattante dal punto di vista estetico, sia che non fosse immediatamente raggiungibile per non invitare (e rendere quantomeno agevole) gli inevitabili malintenzionati ad asportare il tutto una volta posizionato.

Il sasso del pozzo è parsa la soluzione ideale: esposto a Sud, strapiombante, non facilissimo da raggiungere, non agevole da asportarne l’eventuale impianto ivi posizionato…

Ciò ha obbligato a studiare, progettare e realizzare uno specifico supporto per il sostegno sia del pannello fotovoltaico che di tutta la necessaria e collegata strumentazione elettronica di controllo.

E che ha determinato – poi – la necessità di trovare il sistema per il fissaggio dello stesso sul pozzo strapiombante.

Tecniche e attrezzature alpinistiche si sono rese necessarie per calarsi nel vuoto, rimanerne appesi, realizzare i fori e le basi per il fissaggio, cementare le barre di sostegno, ancorarne il contenitore dell’elettronica.

Inoltre, tutto il materiale e le attrezzature necessarie dovevano essere assicurate, ancorate e calate dall’alto alla bisogna delle due persone appese sul vuoto sotto, così che la balaustra del pozzo si è adornata di corde, assicurazioni e rinvii vari.

Vedi qui alcune fasi dell’installazione dei supporti

Ma si è pure reso necessario preparare lo scavo per  interrare il cavo e la relativa guaina per portare la corrente al faro, dopo averne preparato apposito palo e fissato lo stesso al muro a secco del sagrato della chiesetta.

Un ulteriore intervento si è reso necessario, poi, per l’installazione del contenitore dell’elettronica ed il collegamento elettrico dei vari componenti, una specie di ‘centrale nucleare’ sul sasso di S.Susanna.

Vedi alcune immagini della fase di installazione dell’elettronica e del pannello

A questo punto non è rimasto che aspettare, che facesse buio in particolare, per verificare la bontà dell’intervento e se il sensore crepuscolare installato nella parte elettronica avrebbe fatto il suo dovere, accendendo l’impianto.

Intanto, la Vallata Feltrina incominciava ad accendersi delle luci delle illuminazioni pubbliche e di qualche casa privata…

L’attesa, dunque, fra i presenti all’evento è stata quanto mai sofferta e – man mano che le ombre della sera viravano verso la notte – tacite domande e sguardi sconsolati osservavano il faro che pareva proprio non volerne sapere di accendersi.

Ma, poi, di colpo, il tutto si è acceso:

fiat lux, la luce sia !

Non che i realizzatori avessero dubbi sull’operatività dell’impianto effettuato, ma davvero l’attesa era parsa più lunga di quanto in realtà sia stata, cosicché il brindisi che ne è scaturito ha avuto in sé un effetto liberatorio.

Qualsiasi malfunzionamento, a quel punto, avrebbe necessariamente implicato dover riaccedere alla centralina dell’impianto, calandosi a corda doppia nello strapiombo, per ogni necessario aggiustamento: insomma una eventualità cui nessuno teneva.

A quel punto, alla luce del faro di S.Susanna, che peraltro quasi nessuno da Facen poteva osservare (sempre a causa della vegetazione antistante), oltre al brindisi si è passati ad un rinfresco, improvvisamente materializzatosi grazie all’apporto di qualche persona a conoscenza dell’intervento (per altro non pubblicizzato).

Qualche messaggio, sul cellulare dei presenti, è pure arrivato anche da persone che – nel feltrino – hanno rilevato quella nuova luce a metà montagna e gli apprezzamenti ricevuti hanno contribuito a ripagare i volontari (sempre quelli di prima) dell’incredibile quantità di tempo speso per la realizzazione dell’intervento, nelle sue fasi di progettazione, realizzazione ed installazione.

Ora, dato che a causa della vegetazione antistante la chiesetta non può più essere vista da Facen, chissà che i proprietari interessati possano motivarsi al taglio degli alberi che con la loro crescita ne nascondono la vista …

A.chs
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