L’antico Pozzo di Fiere Alte

Finora, nei passati articoli, ci siamo soffermati molto sulle diverse Fontane del Fascio delle quali è ricco il Territorio di Facen.

Non le abbiamo ancora esplorate tutte, cosa che faremo nel proseguo, ed anche di qualcuna, ormai demolita, andremo ad accennare.

Ma, in questo articolo, parleremo invece di un pozzo, che la successiva realizzazione dell’Acquedotto de le Manere e delle fontane dallo stesso alimentate ha soppiantato.

Un pozzo che, quando è stato costruito, nel 1893, ha certamente cercato di soddisfare la popolazione – allora certamente molto più numerosa dell”attuale – di Fiere Alte, fornendo un servizio sicuramente più efficiente e salutare dei singoli pozzi/cisterne di cui ogni abitazione necessariamente era dotata.

Un’opera della quale abbiamo avuto la fortuna di imbatterci nel progetto originale, ritrovato negli archivi Comunali, durante la ricerca fattavi per recuperare – senza successo come più volte confessato – documentazione storico/progettuale in merito alla costruzione delle Fontane del Fascio.

Un documento particolarmente interessante, che ci è parso giusto riproporre qui, nelle sue tavole originali e nei relativi rilevi allora eseguiti, sia per la valenza storica del manufatto, sia quale spaccato di come allora anche la parte di progettazione era realizzata.

Siamo certi che i bisogni della popolazione, di Fiere Alte in questo caso, debbono aver prodotto formali richieste, petizioni ecc. all’allora Amministrazione Comunale per la realizzazione di un tale manufatto, ma non abbiamo potuto approfondire la ricerca in tal senso. Ci avrebbe comunque incuriosito conoscere le modalità con cui all’epoca avvenivano tali rapporti.

Dal progetto, in scala 1:200, vediamo che il pozzo era alimentato da una condotta, lunga 67 metri, sezionata in disegno in funzione delle diverse pendenze del terreno, che prendeva l’acqua da una vasca di raccolta posta a fianco dell’abitazione più in alto e ad est dell’abitato, citata essere di una fam. Bertelle.

Vasca che immaginiamo connessa forse anche alle gronde delle abitazioni stesse, in grado di ottimizzarne ogni più piccolo refluo.

Curiosa la costruzione del pozzo, sviluppato come una sorta di ‘fiasco’ interrato, di dimensioni ragguardevoli.

Fuori terra, ora invaso dalla vegetazione infestante, ne emerge il colletto, da cui ancora si scorge, in basso, l’acqua.

Pur essendo poco disconto dalla strada di accesso all’abitato, la vegetazione che nell’abbandono si è riappropriata dell’area ne rende praticamente impossibile la localizzazione,  come pure l’avvicinamento.

Così, è solo in inverno, con la vegetazione priva del fogliame, che lo si può notare, sapendo dove guardare.

La ‘vera’ del pozzo riporta ancora i supporti per la carrucola in ferro battuto.

Ora, avvolta la sommità con una rete per impedirne incidentali cadute, quest’opera giace nell’oblio collettivo, con tutto ciò che ha rappresentato, già superata pochi decenni dopo la sua costruzione – nella sua funzionalità – da quell’incredibile Acquedotto del Troj de Le Manere che, con le fontane lungo lo stesso realizzate,  certamente rivoluzionò usi e costumi dell’intero versante del Monte Avena, e del Territorio di Facen in particolare.

Ma ne basterebbe la pulizia dell’area circostante per renderlo almeno visibile dalla strada, quale testimone di un’epoca che fu…

 

A.Chs

 

 

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