Fontane del Fascio – Inaugurazione

In questa puntata avevamo pianificato di proporre all’attenzione una ulteriore fontana, fra quelle alimentate dall’Acquedotto del Troj delle Manere.

Ma questa volta, grazie ad una straordinaria immagine che ci è stata messa a disposizione, parleremo dell’inaugurazione delle Fontane del Fascio.

Una Fontana, questa dell’immagine, che non c’è più, demolita per far spazio ad un tornante della strada fra Pedavena e Croce d’Aune: la Fontana di Belvedere !

Una Fontana che non fa parte propriamente del Territorio di Facen, ma che ne è coeva nella costruzione, prossima nei luoghi ed alimentata dallo stesso acquedotto.

L’immagine ci pare estremamente interessante intanto perché rappresenta proprio l’Inaugurazione dell’insieme di Fontane che hanno cambiato vita ed abitudini del Territorio, poi perchè certamente – come quasi tutte le immagini storiche – rappresenta uno ‘spaccato’ di vita del tempo.

Così, insieme alle divise d’ordinanza dei vari gerarchi, dell’arciprete e dei notabili locali intervenuti nella circostanza che faranno storcere il naso agli illuminati di turno, non si può non notare la festosità ed eleganza dell’insieme, a festa per l’occasione.

E che festa ! Qui si trattava dell’inaugurazione di una serie di manufatti (una trentina!) che, punteggiandone il Territorio,  andavano a cambiare enormemente il livello di vita (anche sociale, secondo noi) dello stesso, portando acqua corrente ove l’acqua non era mai esistita, se non di recupero in pozzi improvvisati.

Portando pure la ‘comodità’ di lavatoi pubblici, a supporto delle famiglie del nucleo contiguo, in alternativa ai ben più scomodi e fatiscenti luoghi, lungo i vari ruscelli e torrenti, ove le donne – armate di ‘tola da lavar’, ceste e ‘mastei’ – erano prima obbligate per lavare i panni della famiglia.

Ma corrediamo questa immagine con un’altra, altrettanto gentilmente messaci a disposizione, in cui vediamo proprio i momenti di costruzione dell’acquedotto stesso.

Anche questa è un’immagine straordinaria, colta così nell’immediatezza dei momenti. Qui nulla di ufficiale, solo ‘pala e pic’ per gli scavi lungo prati e siti allora ancora coltivati, ora per lo più invasi da boschi e vegetazione varia.

Che ci rimane ora di quei tempi ? Una trentina di fontane, parte ancora operative grazie all’attenzione ed interessamento degli abitanti dei singoli nuclei, parte ricettacolo dei più diversi materiali di risulta, quand’anche non già abbattute.

Che fare di queste testimonianze di un tempo (prossimo) che fu ?

Non è certo il caso di indulgere in fuorvianti rievocazioni del tipo ‘che bello che era allora’ oppure ‘ allora sì che stavamo bene’, ma neppure lasciare ad un destino di abbandono e distruzione questi manufatti che  – all’epoca – hanno fatto cambiare la qualità della vita del nostro Territorio.

Noi riteniamo di avere la responsabilità di non dimenticare ciò che tali manufatti hanno rappresentato, senza ideologizzarli, senza identificarli neppure in un’epoca ‘migliore’.

Le normative sanitarie non consentono ora, se non previ costanti ed onerosi controlli per le Amministrazioni, che da tali manufatti possa sgorgare ancora acqua potabile!

Pure, con le opportune segnalazioni del caso, la presenza di un rubinetto a pulsante – per altro già presente in alcune di queste fontane – consentirebbe alle stesse di assolvere al compito – ancora attuale – per cui erano state realizzate : portare e distribuire acqua !

Questo consentirebbe loro di riacquistare quel ruolo che – complice stringenti e burocratiche normative sulla salubrità dell’acqua – nel tempo hanno perso, diventando qua e là or deposito di materiali di risulta, or piattaforme di carico di automezzi d’opera, or (ma proprio solo nel migliore dei casi) aiuole fiorite.

E noi, come pensiamo di poter assolvere al nostro compito di tutela delle stesse ?

A.Chs

 

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