FACEN : Se ‘Brusa la Vecia’

E anche quest’anno, puntuale a metà Quaresima, a Facen se ‘ Brusa la Vecia ’

Una delle tradizioni più diffuse, e ancora sentite, nei nostri paesi.

I destinatari finali di questa simpatica occasione sono stati i bambini, quelli delle Scuole Primarie di Pedavena in particolare, ma siamo in dubbio che la festa sia stata non minore per i più grandi.

Bambini che han presenziato numerosi, andando a popolare il terreno intorno al luogo su cui troneggiava la Vecchia, ancora elegante nel suo vestito della festa, pur nelle sue ultime ore di vita.

Ma anche luoghi di Facen ormai desueti quanto a frequentazione, come il Col de Pataj, sono stati popolati (anzi, scalati) da bambini impavidi, per assicurarsi il miglior punto di osservazione.

Come ben sappiamo, non solo con questo tradizionale rito si festeggia la metà del periodo quaresimale (e, una volta, quando c’era sicuramente meno da mangiare, dei suoi ulteriori digiuni ed astinenze vari), ma di fatto – nella ritualità della Vecia che viene bruciata – vi si simboleggia il superamento della fase più fredda dell’inverno e l’approssimarsi della primavera.

E tale simbologia si manifesta anche – nelle sue parole di commiato prima di dissolversi in un falò – nel racconto dei suoi ricordi, nel rammentare promesse ricevute quasi sempre non mantenute, nuovi buoni propositi da lasciare in eredità al nuovo che avanza e propositi passati che son rimasti tali …

Che in qualche caso, data la particolare circostanza e la libertà che – con le sue ultime parole – alla Vecchia era accordata, metteva in evidenza vizi, difetti, curiosità ed aneddoti (a volte anche qualche virtù) dei singoli paesani o delle Amministrazioni che reggono il Territorio, a volte anche graffianti …

Ma tant’è: chi aveva orecchi da intendere, intendeva !

L’evento, che culminava nel momento in cui – più o meno divertiti o anche seccati per ciò che si era ascoltato nel Testamento della Vecchia, soprattutto quando era emerso chiaro a tutti a chi direttamente si rivolgeva nelle sue considerazioni – in maniera liberatoria si appiccava il fuoco al simulacro della Vecchia.

Insomma, un vero e proprio testamento, ma raccolto quest’anno dai bambini e dagli scolari nella sua stesura e successiva enfatica enunciazione, cui la Vecchia ha risparmiato le sue tradizionali lamentazioni e critiche pungenti…

Inutile dire che, sia dietro alla preparazione del tumulo della Vecchia, sia chi ha raccolto dalla Vecchia e trascritto il suo Testamento, sia chi – in maniera più banale ma non per questo meno sentita – ha preparato l’evento in sè ci stia tutta una gran organizzazione.

Che anche quest’anno, poi, ha preparato i crostoli, da degustare alla fine del rogo, non prima di aver analizzato che direzione ne prendeva il fumo e le faville scaturite, da cui trarne (chi ne ha le necessarie facoltà divinatorie) i giusti auspici sul futuro dell’anno in corso…

Crostoli che hanno visto all’opera un gruppetto di persone, con compiti diversi, fra la impastatura, la stesura delle sfoglie, il ritaglio dei singoli crostoli dalle sfoglie e – quindi – la frittura degli stessi.

Insomma, una festa essa stessa anche la preparazione dei crostoli !

Vedi il ‘Falò de la Vecia’

 

A.Chs
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