1783 – Facen : Lite con Pedavena: i Costi

” —————————

1783 Ottennero alli 13 Febbr.o 1783 dall’Ecc.mo Senato sopra il sud.to Memoriale un approvativo Decreto d’Ascolto, in via deliberativa, da essere esaurito nel termine di mesi tre. Doveva essere il tutto consumato alli 14 di Maggio successivo se avvenuto non fosse che al Magistrato dei revisori mancavano uno de’ Tre Giudici al momento; sicché convenne protrarsi la giornata della Trattazione della causa fino al susseguente settembre. Per parte di quelli di Pedavena e consorti fu eletto in Procuratore Compagno del suacennato sig.r Giovanni Cricco Messer Gaspare Rento, il quale fatto un viaggio alla Dominante per tali interessi, e dopo il suo ritorno consideratosi troppo debole di salute per subire senza grave incomodo della medesima a tali travagliosi viaggi (35), instò presso la vicinia de’ dì 3 Maggio 1783 per la sostituzione in sua vece di D.no Zuanne Rento di Lui Figlio, che fu abbracciato colla pluralità de’ voti dalla Vicinia sud.ta.

Creato il Nuovo Giudice de’ Revisori, per la cui mancanza era tramontato il dì 14 Maggio senza la trattazione, fu nuovamente destinato coll’autorità del senato de’ Revisori Medesimi il dì 12 7bre 1783 per l’Ascolto.

Avutane notizia entrambe le Parti, si allestirono per tale Comparsa. Avvenne per questi dì, che quelli di Facen per diligenze usate trovarono in Cancelleria Vescovile un’instrumento fatto all’incontro di Consacrare questa Chiesa Parrocchiale di S.Gio:Batta, in virtù del quale li Deputati pro tempore di Ped.a, Sega, Tornaolo e Murle s’impegnavano al mantenimento della medesima, ove supplito non avessero le naturali sue Rendite. Avrebbe questo suffragata molto la Causa di quelli di Facen e consorti, com’essi infatti pensavano, se constatato avesse che queste Comunità di Pedavena avessero fatta Procura ai Deputati loro di poter stipulare un tale instrumento, il che non era, né provar potevasi per alcun modo.

Intanto giunto il momento di comparire al Magistrato sud.to, alla Dominante si portarorno il Cricco ed il Rento per Pedavena e consorti, e Daniele de’ Bacco con Gio:Batta Pratel ed Andrea de’ Cech per li comuni di Facen e di Norcen.

Formerà un’epoca memoranda questa giornata, da cui dipende la sorte di questa Parrochiale.

Non potevano trovarsi i sud.ti Procuratori in impegno maggiore, né avvicinar poteansi di più al momento di trattare la causa gli Avvocati loro reciprochi, quando i Difensori e Procuratori di Facen cominciarono a temere la faccia delli Giudici e dubitando con fondamento di trovarsi dalla parte del torto e dover perdere senza più la causa loro, pensarono al ripiego di chiedere un aggiustamento a quelli di Pedavena. Non si mostrarono lontani il Cromer Avvocato e gli altri Procuratori di questi ultimi dall’accettare una convenzione, quando questa fosse stata vantaggiosa, o almeno corrispondente alle loro petizioni. Si espressero pertanto, che discenderebbero ad un concordio, quando quelli di Facen e consorti s’obbligassero a pagar sempre la metà di tutte quelle spese che occorressero per il mantenimento e ristauro della Chiesa Parrochiale, Sacristia, Campanile, Battistero e Casa Canonicale oltre l’impiego delle rendite naturali della Chiesa predetta e delle volontarie elemosine che venissero offerte, a condizione di accordare loro, che delli due Massari di essa Chiesa uno ne venisse sempre alternativamente nelli Comuni di Facen e Norcen, e l’altro negli altri Comuni di Pedavena e consorti, col debito alli Massari predetti di rassegnare alla Vicinia Generale l’occorrente spesa ogni qual volta si credesse necessaria, onde venga approvata colla pluralità de’ voti. E questo appunto in sostanza era quanto fu decretato dall’Ecc.mo Senato col primo Decreto a favore di quelli di Pedavena, mentre altro mai più non ricercare colle loro pretese.

Non ci volle molto perché i Procuratori di Facen e consorti, suggeriti e consigliati per loro meglio dal loro Avvocato Alcaini e Interveniente Comarolo accettassero le condizioni sud.te.

Fu dunque esteso sul fatto il Concordio sud.to e dalle Parti concordemente lodato, sottoscritto e firmato colla mediazione e presenza dei suferiti loro Avvocati, né vi fu più bisogno di presentarsi al Tribunale de’ Revisori dell’Entr.te Pub.e per trattare la Causa. Vedesi dunque questo concordio segnato sotto il dì sud.to 12 7mbre 1783 ed alli 29 detto fu dall’Ecc.mo approvato il Concordio ed avvalorato con Sovrano Decreto stabilendolo per massima ferma in questa Parrochia, che aver dovrà il suo effetto per tutti i secoli avvenire.

Non è da passar qui sotto silenzio la spesa resasi necessaria per entrambe le Parti, onde condurre fino a questo termine perentorio le cose suddette. Duemillaquarantaotto lire e soldi dodici hanno dovuto sborsare per via di rate li Comuni di Pedavena e consorti per ottenere il primo Decreto ed allestire la Causa d’Ascolto fino alla consumazione del tutto. Tale appunto fu la suma di soldo speso rassegnata dalli Procuratori Cricco e Rento alla loro rispettiva Vicinia che non dissentì dal renderne per via di rate per capita soddisfatti li Procuratori suddetti, per far la qual suma toccò per anima lire tre e soldi tre in punto.

La spesa poi fatta in questa Causa da quelli di Facen e consorti tra per impetrare il Decreto di Ascolto e per disporsi alla trattazione della Causa medesima fino al dì del Concordio, benché non abbiasi finora potuto precisamente rilevarla, credesi, e con fondamento, ascendere a lire più di quattromila.

Sicché in tutto fu consumato tra le due Parti per tale interesse da circa Ducati Mille.

 (35) Non ci è dato di sapere se i procuratori, nei loro ripetuti viaggi alla Dominante, si servissero della diligenza o di una carrozza privata. Comunque, come ripetuto nelle note storiche, rimane certo che le strade erano pessime, tanto che chi usava simili veicoli a percorrere lunghi tragitti veniva sballottato per ore tra buche e ciotoli, polvere e fango, a seconda della stagione. E poi, per giungere a Venezia dalla terraferma, per forza dovevano farlo su una imbarcazione. Della mancanza dei ponti translagunari ormai si è persa la memoria. Si prendeva la gondola grande a due remi, capace di 12 persone coi bagagli, e la spesa di centesimi 25 a testa, oppure imbarcazioni più piccole, anche da noleggiare privatamente. In conclusione, il cronista, per quei trasferimenti andata e ritorno da Pedavena, usa giustamente l’aggettivo ‘travagliati’, ad indicare le fatiche ed i patimenti cui erano sottoposti i viaggiatori, tanto che messere Gaspare Rento, forse il più anziano dei procuratori, rinuncia volentieri a quell’incarico prestigioso ma spossante a favore del figlio.

————————————— “

Tratto dal “ Libro cronistorico della parrocchia di Pedavena (1757-1924)” a cura di Giuseppe Corso e Aldo Barbon

A.Chs_P04